La chirurgia fa passi da gigante: ormai è sempre più hi-tech

Sono numerosi i settori della vita di tutti i giorni dove la rivoluzione tecnologica e digitale ha lasciato una forte impronta. Basti pensare a quanto è successo nel campo dell’intrattenimento, grazie alla diffusione di portali sempre più sicuri e certificati, come https://casino.netbet.it/, a cui si può accedere ormai anche da mobile senza problemi.

Anche in ambito medico, e nello specifico chirurgico, si possono notare i grandi passi in avanti che sono stati fatti dalla tecnologia. Si va dal miglioramento della prognosi di diverse operazioni chirurgiche, per merito di un modello dell’organo e un algoritmo legato all’AI, che riesce addirittura a prevedere le possibili complicanze.

L’evoluzione nella ricerca per combattere il cancro al pancreas

Si tratta di una patologia particolarmente complessa da debellare, ma su cui la ricerca sta facendo passi da gigante. Grazie, senza ombra di dubbio, anche a strumenti tecnologici sempre più sofisticati. Basti pensare come, negli ultimi tempi, si è arrivati a usare un modello di pancreas artificiale, che viene chiamato phantom.

Si tratta, in poche parole, di una riproduzione a tutti gli effetti dell’organo reale, che si può sfruttare per capire come migliorare l’efficacia e la precisione di delicatissimi interventi chirurgici. Non solo, dato che è stato sviluppato anche un sistema legato all’intelligenza artificiale, per permettere di prevedere quelle che sono le potenziali complicanze che si potrebbero verificare dopo l’intervento.

Il cancro al pancreas è una delle malattie più complesse da curare ed è questo il motivo per cui il phantom di pancreas rappresenta un avanzamento fondamentale per la ricerca. L’obiettivo, in questo caso, è quello di provvedere allo sviluppo di un modello di pancreas artificiale, in maniera tale che il medico chirurgo possa esercitarsi e fare esperienza non solo in una sala operatoria con una persona in carne e ossa, sviluppando al contempo degli strumenti chirurgici appositi e ancora più specifici di quelli attuali.

La previsione delle possibili complicanze

In questo caso, tutto dipende dall’AI. Si tratta di un altro progetto che sta portando avanti Humanitas, sfruttando i fondi legati al 5×1000. Scendendo un po’ di più nello specifico, lo scopo primario è quello di riuscire a prevedere, per ciascun paziente, la probabilità che possano insorgere delle complicanze e quanto possano essere gravi, in maniera tale da limitarle il più possibile.

Per ottenere risposte efficaci in tal senso, ecco che i ricercatori vanno ad applicare algoritmi di AI ai vari dati clinici e a tutti quegli esami di imaging che vengono eseguiti prima dell’intervento chirurgico, come ad esempio nel caso della tomografia computerizzata. L’impiego dell’intelligenza artificiale sta aprendo decisamente nuovi fronti anche per la medicina chirurgica. In futuro, giusto per fare un esempio, si potrà ottimizzare non solo l’attività di diagnosi, ma anche il percorso di cura di ogni singolo paziente. Ed ecco che, in determinate situazioni, si potrebbe anche evitare di operare chirurgicamente, ma intervenire esclusivamente con delle cure chemioterapiche oppure radioterapiche.

La tecnologia per contrastare le infezioni batteriche

Le nuove ricerche in ambito scientifico basate sulle nuove tecnologie hanno ad oggetto anche le infezioni batteriche che riescono a resistere ai trattamenti a base di antibiotici. In questo caso, il rischio è quello di provocare un peggioramento delle condizioni di salute del paziente, peggiorando la prognosi legata alle operazioni chirurgiche per l’asportazione del cancro al pancreas.

Prima che il tumore venga rimosso, infatti, può capitare che dei pazienti necessitino dell’applicazione di stent biliari, che servono a mantenere non solo aperte, ma anche ben funzionanti, le vie biliari che sono costrette per colpa del tumore. Se i batteri riescono ad aderire alla superficie dello stent e causano quello che viene chiamato biofim, ecco che l’azione degli antibiotici risulta essere del tutto inefficace, condizionando negativamente anche l’intero sistema immunitario del paziente.